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Direttiva Case Green

  • andreacorna02
  • 4 ott 2024
  • Tempo di lettura: 3 min

La nuova direttiva europea sulle prestazioni energetiche degli edifici, conosciuta come Energy Performance of Building Directive (EPBD), è stata approvata dal Parlamento Europeo il 12 marzo 2024. Il suo scopo è accelerare il rinnovamento degli edifici nei paesi membri dell'Unione Europea, con un particolare focus sull'efficienza energetica.


La situazione in Italia

Secondo ENEA, circa il 30% degli edifici con Attestato di Prestazione Energetica (APE) in Italia si trova in classe energetica G (la più bassa), mentre il 22% rientra nella classe F. Complessivamente, si stima che 7,5 milioni di edifici necessitino di interventi di riqualificazione per ridurre i consumi energetici.

La direttiva “Case Green” mira a trasformare il parco edilizio europeo, riducendo il consumo di energia e azzerando le emissioni di CO2 entro il 2050. In questo articolo vedremo gli obiettivi, le scadenze e le strategie principali della direttiva.



Obiettivi della direttiva

La direttiva prevede obiettivi differenziati per edifici residenziali e non residenziali. Per gli edifici residenziali, la riduzione dei consumi sarà graduale, mentre per gli edifici non residenziali, come uffici o immobili pubblici, è previsto un calo del 16% entro il 2030 e del 26% entro il 2033.

Una quota significativa di questi miglioramenti sarà ottenuta attraverso la ristrutturazione degli edifici meno efficienti: il 15% degli edifici non residenziali dovrà essere riqualificato entro il 2030 e il 26% entro il 2033.


Scadenze principali

Ecco le principali scadenze della direttiva EPBD:

  • 31 dicembre 2024: gli edifici non residenziali dovranno dotarsi di sistemi di controllo per riscaldamento, condizionamento e ventilazione.

  • 1° gennaio 2025: gli incentivi per l'installazione di caldaie a combustibili fossili saranno interrotti.

  • 31 dicembre 2025: ogni Stato membro dovrà presentare il proprio piano di riqualificazione energetica.

  • 31 dicembre 2026: obbligo di installazione di impianti fotovoltaici su edifici pubblici non residenziali con superfici utili superiori a 250 mq.

  • 1° gennaio 2028: tutti gli edifici pubblici di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero.

  • 1° gennaio 2030: tutti gli edifici, salvo eccezioni, dovranno essere progettati come edifici a zero emissioni.

  • 2050: tutti gli edifici europei dovranno essere a emissioni zero.


Edifici a zero emissioni (NZEB)

Il concetto di Near Zero Energy Builnding (NZEB) è stato introdotto e definito dalla direttiva europea EPBD (2010/31/EU) del 2010. In seguito, l’Italia ha recepito la direttiva nel 2013, con il decreto legge 63/2013; tuttavia, una definizione chiara a livello nazionale di un edificio NZEB è stata fornita solo nel 2015, con il decreto “requisiti minimi”, che definiva i requisiti di efficienza energetica degli edifici italiani.

Nel decreto gli edifici a energia quasi zero sono definiti come “edifici ad altissima prestazione energetica in cui il fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo è coperto in misura significativa da energia da fonti rinnovabili, prodotta in situ”.

Da tale definizione si possono evincere due caratteristiche fondamentali di un edificio NZEB: la richiesta minima di energia e la presenza di fonti rinnovabili che soddisfino il piccolo fabbisogno di energia primaria dell’edificio.


Deroghe ed eccezioni

Alcuni edifici sono esentati dagli obblighi di adeguamento, come quelli vincolati da tutele storiche o artistiche, edifici temporanei, luoghi di culto e abitazioni utilizzate per meno di 4 mesi l’anno. Nonostante le deroghe, è importante sottolineare che non adeguarsi agli standard energetici imposti dalla direttiva potrebbe ridurre il valore degli immobili in futuro.


Mobilità sostenibile

La direttiva EPBD integra anche misure per incentivare la mobilità elettrica. Per gli edifici non residenziali di nuova costruzione o sottoposti a ristrutturazioni importanti, è richiesto l’allestimento di una stazione di ricarica per veicoli elettrici ogni 5 posti auto e la predisposizione di cablaggi per il 50% dei posti disponibili. Lo stesso vale per edifici residenziali, che dovranno dotarsi di punti di ricarica e parcheggi per biciclette elettriche, incoraggiando così la mobilità sostenibile anche nel contesto urbano.


Affidarsi a professionisti

Per rispettare le scadenze e garantire l’efficacia degli interventi, è fondamentale affidarsi a esperti del settore. Figure come i termotecnici, ingegneri o periti industriali giocano un ruolo chiave nella progettazione di impianti energetici efficienti. Eviplan supporta imprese e privati attraverso una rete di professionisti qualificati, capaci di offrire consulenze su misura per la riqualificazione energetica, l'installazione di impianti rinnovabili e il miglioramento delle prestazioni degli edifici.



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